venerdì 29 aprile 2011

CORRISPONDENZA CON PRESIDENTE A.N.P.I. MASSIMO RENDINA

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F rom: "Massimo RENDINA" <m.rendina@mclink.it>
 T: <f.uccelli@ing.unipi.it>
 Cc: <anpi.naz@libero.it>
 Sent: Monday, January 07, 2008 12:46 PM
 Subject: Spam: pacificazione


 La ringrazio degli auguri che ricambio di cuore. Quanto al suo invito
alla pacificazione (ritengo: con i fascisti della repubblica di Salò), ricordo
 che questa è sostanzialmente avvenuta sul piano giuridico all' indomani
 della Liberazione, con l'amnistia che va sotto il nome di Togliatti
 allora ministro di Grazia e Giustizia. Di essa si giovarono addirittura molti
 criminali di guerra (tali secondo leggi e convenzioni di Ginevra).
 Rimangono il problema etico e le implicazioni storiche connesse al
 termine "pacificazione". Mi spiego: se mediante un' ulteriore dichiarazione,
 appunto,di pacificazione, si vuole dare ad essa il significato, (sia morale
 che storico) di uguale riconoscimento delle scelte e del dovere compiuto
 dai partigiani, dai militari inquadrati nelle forze armate alleate, dai
 prigionieri nei lager nazisti che si rifiutarono di aderire alla R.S.I,
 e delle scelte e dell'operato dei fascisti di Salò, invocando, come fa Lei,
 sia pure generosamente, la "buonafede" quale unico elemento di
 valutazione, è evidente che in tal modo si recherebbe offesa sia ai principi che
 regolano i comportamenti della persona umana, sia alla verità storica,
 minando le basi sulle quali poggiano le regole democratiche e della
 convivenza civile prescritte dalla nostra Costituzione, ispirata,
 peraltro, ai valori resistenziali.
Il che non impedisce che sul piano individuale non
 vi possa essere il riconoscimento della buona fede, ma non un
 ricoscimento collettivo preso a pretesto per le valutazioni, ripeto, etiche, storiche e
 sostanzialmente politiche (come sta avvenendo attraverso certo revisionismo
 storico).
Distinti saluti, Massimo Rendina



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