domenica 17 aprile 2011

LETTERA UCCELLI A TRIBUNALE SUPREMO MILITARE

Prof.  Ing.  FABIO   UCCELLI
DOCENTE NELL’UNIVERSITA’ DI PISA
Via  Cittadella,  15 - 50144   FIRENZE
Tel.  055 - 363912      
Via XX Settembre, 162  - 19100  LA SPEZIA
Tel.  0187-739883
Cell. 389-6741070


Gent.mo Dr. Vito Niccolò DIANA
Presidente
e, p.c.
Gent.mo Dr. Fabrizio FABRETTI
Procuratore Generale
CORTE MILITARE D’APPELLO
Via Degli Acquasparta,2
00186  ROMA

Oggetto: Esecuzione del Governo della Repubblica Sociale Italiana

Nel tentativo di arrivare ad una storia realmente condivisa, non viziata e alterata da alcuna ideologia,  nel rispetto pieno della buonafede di ciascuna delle parti che si affrontarono nella terribile ultima  parte del II° Conflitto mondiale, nella convinzione che solo il Tribunale Supremo Militare ha espresso nel dopoguerra parole di grande serenità e analisi, finalmente scevre da passione politica  (Sentenza n° 747 – 26.4.1954), mi pregio formulare le seguenti richieste.

-         considerato che il Governo legittimo del Re era “sotto tutela” dell’ Allied Military Governement e aveva una limitata autonomia
-         considerata l’esistenza nel nord-Italia del Governo “di fatto”, ma legittimo, indipendente, belligerante, della Repubblica Sociale Italiana
-         considerata la “non belligeranza” delle forze partigiane, comandate da capi indicati con “pseudonimi” ma soggette agli ordini del CLN – Comitato di Liberazione Nazionale, organismo autoreferente e autocefalo, non costituente né appartenente ad alcun Governo

                                                    
                                                    CHIEDO

che sia finalmente presa in esame la legittimità della sentenza di morte pronunciata da detto Comitato di Liberazione nei confronti di Benito Mussolini e soprattutto se era legittimo compiere il deliberato di tale sentenza senza processo alcuno, dato che, in ogni caso, sia lui che l’intero Governo della RSI catturato a Dongo il 25/05/45, dovevano considerarsi “prigionieri di guerra” e avrebbero dovuto applicarsi nei loro confronti le convenzioni dell’Aia e di Ginevra.          

                                          FACCIO PRESENTE

che il comunicato annunciante l’esecuzione porta le firme di tutti i Membri del CLN, quali rappresentanti di tutti i Partiti che dettero vita alla Resistenza.
Tale esecuzione ha pesato come un “peccato originale” sulla nostra democrazia e sulla Resistenza, che avevano intenzioni di giustizia, di equità, ma non di vendetta.
Il fatto citato ci ha alienato a lungo il giudizio degli storici e dei politici di molti Paesi europei e d’oltre Atlantico, e la ferita al Diritto Internazionale non è stata ancora sanata.
La Sentenza n° 747 – 26-4-54  recita testualmente:
 “Questo Tribunale Supremo Militare ricorda l'anelito di pacificazione che pervade tutto il popolo italiano e tutti i partiti, nessuno escluso, anelito tradotto dai singoli Governi che si sono susseguiti, dal 1946 ad oggi, in decreti di Sovrana clemenza, intesi a porre sempre più sullo stesso piano morale tutti gli italiani in buona fede, per modo che tutti si sentano figli della stessa Patria, e non vi siano più dei tollerati, degli umiliati e dei reietti, cui si possa, ad ogni istante, rinfacciare un passato che fu piuttosto opera del fato, che degli individui, salvo la legittima repressione dell'azione delittuosa, da chiunque commessa, secondo i canoni immutabili del puro diritto”.
 “Le leggi che continuamente si susseguono in pro della pacificazione (da ultimo la pensione concessa agli appartenenti alla milizia), dimostrano a chiare note, l'indirizzo non solo giuridico, ma altresì etico del Governo e del Parlamento.”
Purtroppo, dal ’54 ad oggi sembra che si siano fatti passi indietro nella auspicata pacificazione e nella acquisizione della verità storica, che non può soggiacere a ideologia alcuna.

Pertanto, mi pregio chiedere se è oggi possibile, da parte vostra, impostare due processi:

-         uno, a Benito Mussolini e al Governo della RSI per eventuali crimini commessi, anche con sentenza di morte se ne ricorre il diritto
-         uno, ai Membri del CLN (o CLNAI) per l’esecuzione compiuta senza processo e solo  “in nome del popolo italiano” (quale?).

Tutto questo senza voler mettere in dubbio il valore e il sacrificio di quanti, nella Resistenza, combatterono e si immolarono per un nuovo, giusto, democratico ordinamento della società italiana.

Quanto sopra può esservi richiesto da un privato cittadino, o necessita che una Istituzione si faccia promotrice di tali iniziative?

Nella certezza di ricevere Vs/ gradita risposta, porgo i  miei migliori e più deferenti saluti.


                                    Fabio UCCELLI

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