lunedì 11 aprile 2011

PACIFICAZIONE

PER LA PACIFICAZIONE TRA GLI ITALIANI

“La pacificazione può solo basarsi sulla convinzione e sul rispetto della propria e dell’altrui buonafede”

Non ci sarà pacificazione finché non ci sarà verità e studio scientifico della Storia.
Dobbiamo TUTTI accettare questi semplici princìpi:

1) non esiste una "parte giusta" ed una "parte sbagliata" ma semplicemente una parte che vince e una parte che perde;
nessun “vincitore”  ha mai detto : “….menomale che abbiamo vinto,  perché eravamo dalla parte sbagliata!....” 
Allora, vince SEMPRE la parte giusta?!
Se fosse possibile individuare in anticipo la “parte giusta” non ci sarebbero più conflitti. In realtà, la “parte giusta” è solo la buonafede di ciascun contendente.
2) la parte che vince, scrive e impone la "propria" storia e lo fa generalmente in maniera ideologica e utile (e probabilmente necessaria in ogni caso) alla continuazione del proprio indirizzo politico; ma se vuole davvero la pacificazione nazionale (indispensabile dopo una guerra civile) allora deve cercare e rivelare la parte di verità tenuta celata; nessun “revisionismo”, solo un necessario  completamento;
3) in ogni parte ci sono gli "assassini" e gli "eroi", e sono generalmente ambedue in buona fede, dato che mentre agiscono (in tempo reale) non hanno elementi certi per cambiare idea o fede. Di solito il vincitore classifica “atto d’eroismo” quello che per il vinto è “assassinio” e viceversa.

Proviamo ad applicare questi principi ai fatti accaduti dopo il 25 Luglio 1943 e alla guerra civile, contestualizzando le varie situazioni:

1) è innegabile che la Monarchia regnante (Casa Savoia) agì sopratutto per salvare se stessa in extremis e che si rese responsabile di azioni che allora furono – salvo poche eccezioni - considerate da tutti come vergognose per l'Italia. Elenchiamole:
a) l'arresto del suo Primo Ministro (Mussolini) anziché accettarne semplicemente le dimissioni;
b) la firma di una resa senza condizioni (8 Settembre) fatta senza avvertire l'Alleato germanico e anzi dopo che Badoglio aveva ripetutamente dichiarato "...la guerra continua al suo fianco". Nel proclama dell’armistizio mancò qualunque richiesta all’ex-alleato germanico perché lasciasse al più presto il suolo nazionale e si ritirasse al di là dei confini italiani; questa mancanza impedì di estendere la giurisdizione del Regno d’Italia nella parte non occupata dagli angloamericani e trasformò istantaneamente l’esercito tedesco, presente in Italia per la lotta comune contro gli ex-nemici angloamericani già sbarcati in Italia, da “alleato” ad “invasore” legittimandone le azioni di “conquista” territoriale e, in seguito, legittimando la nascita di un autonomo Governo del nord (RSI).
c)  la fuga da Roma, abbandonando la Capitale e il Regno d’Italia alla mercè degli occupanti ex-alleati germanici,  e lasciando senza disposizioni inequivoche l’intero Esercito Italiano.
d)  il rifugiarsi presso gli ex-nemici illudendosi di continuare subito a governare l’Italia  da Brindisi e di poter “allearsi” pariteticamente agli Alleati, che invece fecero un AMG (Allied Military Governement) battendo addirittura autonomamente moneta (le cosiddette Am-lire)
e) i tedeschi gridarono al tradimento (come definire diversamente, almeno dal loro punto di vista, un comportamento simile?) e si disposero a occupare in forze l'Italia e alla vendetta;

2) il 9 Settembre nasce la voglia di "riscatto dell'onore nazionale": da una parte, a La Spezia, si riorganizza la "Decima MAS" con l'intento di raccogliere chi voleva continuare a combattere al fianco dell'Alleato germanico per riscattare l'onore d'Italia; dall'altra parte c'è già chi intravede l'ora della liberazione (da compiersi a fianco delle Forze Alleate di occupazione) e lo stesso giorno inizia la lotta contro l'Esercito Tedesco (epopea della corazzata "Roma", epopea di Cefalonia, etc). Ma anche il "Regno del Sud" – faticosamente continuato da Casa Savoia fuggita a Brindisi, dopo aver avuto molti mesi dopo autorizzazione dagli Alleati, che avevano già dato vita all’ “AMG”  –  riesce, con grandi difficoltà e contro il parere degli Inglesi, ad attivare un proprio piccolo "Esercito di Liberazione Nazionale" (che tra l'altro si copre di gloria a Cassino ed entra per primo -assieme ai Polacchi- in Bologna, liberandola).

3) con la liberazione di Mussolini nasce la Repubblica Sociale Italiana (RSI) col duplice compito di continuare la lotta (sperando nella vittoria finale) a fianco dell'Alleato germanico, nonché di cercare di "contrastare" la voglia di vendetta tedesca, l'annessione alla Germania di parte del territorio italico, il trasporto in Germania di gran parte dell'industria italiana; così nasce in Italia la prima "Resistenza" ai Tedeschi, per riaffermare l'esistenza e le ragioni di uno Stato Italiano seriamente compromesse dall'8 Settembre; non dimentichiamo inoltre che la RSI pagava lo Stato tedesco per l’aiuto fornito nella lotta agli Alleati.

4) ma con la nascita della RSI ecco il "Bando Graziani" di richiamo alle armi sotto la RSI di tutti i giovani che erano fuggiti dall'Esercito Italiano in seguito al suo sfaldarsi dopo l'8 Settembre;

5) solo una piccola parte risponde al Bando Graziani; gli altri, renitenti alla leva, si danno alla macchia e vanno "in montagna": nascono i "partigiani", definiti "ribelli" (o "banditen") dalla RSI e dalle Forze Tedesche, e successivamente organizzati in Brigate combattenti, che compiono numerose azioni di guerriglia e sabotaggio, determinando forti e feroci reazioni da parte tedesca e della RSI; d’altronde, in ogni esercito, il “renitente alla leva” accusato di diserzione, viene immediatamente condannato a morte dopo sicuro accertamento del fatto e delle generalità;

6) le Forze Alleate conquistano l'Italia con l'aiuto (non determinante ai fini bellici ma essenziale ai fini del futuro assetto italiano) delle Brigate partigiane (che avevano già differenziazione politica, con lotte – Porzus -  non esaltanti tra di loro) e dell'Esercito di Liberazione Nazionale del Regno del Sud;

7) il 25 Aprile è il giorno della Liberazione (insurrezione di Milano, fine della RSI, resa delle Forze Tedesche etc) e della rinascita di una sola Patria.


Ed ecco le considerazioni di PACIFICAZIONE:

a) giusta l'idea di proclamare il 9 Settembre "giorno del riscatto nazionale" purché si riconosca che fu un "duplice" riscatto, con buonafede da ambo le parti;
b) giusta la proclamazione del 25 Aprile "Giorno della Liberazione" purché non egemonizzato dalla parte vincente, non sentito come umiliazione dalla parte perdente, ma sentito da tutti come giorno della nascita di un nuovo assetto dello Stato Italiano, la democrazia, e sopratutto "di liberazione" volontaria dagli ideali totalitari di quanti appartennero alla parte perdente, ma anche ai partigiani comunisti (totalitari);
c) comprensione (ma non necessariamente "condivisione") delle ragioni di ambo le parti:                                          
ad esempio, Via Rasella, con la uccisione del manipolo di circa trenta tedeschi da parte dei Gappisti, fu "assassinio" o "azione eroica"? Fu l'uno e l'altro contemporaneamente;  l'eccidio delle Fosse Ardeatine conseguente, fu "strage" o applicazione delle leggi di Ginevra sulla rappresaglia e ritorsione in caso di attacco proditorio da parte di "elementi non provvisti di divisa"? Fu l'uno e l'altro contemporaneamente; e così via, per tutti gli altri fatti simili accaduti, ivi comprese le 695 stragi (o rappresaglie) dell' "armadio della vergogna" (Procura milit.della Spezia) con uccisioni stimate in numero di 20.000-30.000 persone, ma anche la scomparsa di un rilevante numero (compreso tra i 60.000 ed i 200.000) di persone soppresse per vendette varie, senza processo (vedi i libri di Graziani, Pisanò,Pansa,Vespa),  perché fascisti della RSI o anche antecedentemente (Milano e Lombardia, triangolo rosso Emilia Romagna, dal Maggio al Settembre 1945 e oltre (fino al 47’!), malgrado le disposizioni sanatorie di Togliatti), su cui mai la parte vincente ha voluto sinora indagare;
d) quindi, per la pacificazione, indagare su tutto e poi scuse reciproche, da chiedere e da dare, e mai da pretendere a senso unico, a meno di accertate "stragi senza causa" (Marzabotto? Stazzema? Boves? San Dalmazzo?  Foibe di Campastrino? Altre?);
e) sempre per la pacificazione, smettere di vilipendere la parte perdente chiamando "Repubblica di Salo' " la RSI, o "repubblichini" i suoi seguaci, o chiamando "i nazifascisti" l'Esercito Germanico e quello della RSI (anche se composti di parti più o meno estremisticamente politicizzate) ma essenzialmente forze di difesa di uno Stato (la Germania) o di una rilevante parte d'Italia (che alla nascita della RSI andava dalle Alpi a Montecassino e oltre). Applicando questi criteri di vilipendio, dovremmo chiamare con l'appellativo "nazisti" tutto l'Esercito Germanico dall'avvento di Hitler in poi (compreso chi organizzò l’attentato a Hitler),  o chiamare "fascisti" tutto l'Esercito Italiano dall'avvento di Mussolini in poi, ivi compresi i tanto (giustamente) acclamati "Eroi di El Alamein". Ricordiamo che il concetto stesso di verità storica e l'epopea della Liberazione, per la loro esaltazione, non necessitano di parole di scherno o inappropriate dette dai vincitori;
f) riconoscere anche al Mussolini della RSI alcuni suoi tentativi (storicamente accertati – vedi De Felice) di realizzare nel 1944 una nuova "Costituzione" per uno Stato sociale  (vedi Manifesto di Verona)  che avesse una pluralità di Partiti, e che mai potè realizzare perché "stretto" da un lato dai nazisti suoi "custodi", e dall'altro dagli Industriali e dai Proprietari terrieri italiani, nonché da un Pavolini Segretario provvisorio del Partito Fascista Repubblicano, notoriamente "integralista", mentre i tempi calamitosi incalzavano;
g) ma tra quanti decenni potranno venire dette queste verità per contribuire così alla vera pacificazione, ponendo fine ai
finti "conati"  di pacificazione cui assistiamo assai di frequente  e che si ripetono ogni 25 Aprile?

PROFILO  STORICO  ITALIANO  PER LA PACIFICAZIONE:
- Risorgimento (con Monarchici e Federalisti)
- Unità d'Italia sotto Casa Savoia
- Regime Fascista (instaurato dopo l'Aventino) e rafforzamento del concetto di Stato, e di Popolo italiano, anche con misure economiche e iniziative sociali di larga portata (Corporativismo, INPS, IRI, ONMI, Grandi Bonifiche e nuove città, etc)
- Infausto tentativo di affermazione dello Stato Italiano nel mondo con la politica coloniale e imperiale (per porlo in competizione con le maggiori potenze coloniali allora esistenti)
- Infausta alleanza con la Germania (anche causata dall'atteggiamento inglese e dalle Sanzioni Economiche contro l'Italia)
- Guerra 1940 (tentativo in extremis di aggregarsi al carro dei tedeschi, ritenuti vincitori entro sei mesi)
- 8 Settembre 1943, guerra perduta, ignominia, “morte” della Patria
- 9 Settembre 1943, rinascita di due Patrie - RSI al nord e Regno al Sud - con ideali simili (vittoria con i tedeschi da un lato; vittoria con gli Alleati e conquista della democrazia dall'altro; "resistenza" ai tedeschi da ambo i lati)
- 25 Aprile 1945: Liberazione d'Italia dai Tedeschi e fine della RSI: verso la democrazia con l'aiuto degli Alleati ma con la chiara determinazione di gran parte del Popolo Italiano, espressa anche con la Resistenza.

25 APRILE: giustamente istituito come "Festa di Liberazione e di fine della guerra"; ma sarà vera pacificazione e riconciliazione nazionale quando saranno riconosciute le ragioni sopraelencate e sfileranno nelle sedi opportune di commemorazione sia gli Stendardi delle Associazioni Partigiane e dell'Esercito del Regno del Sud che i Labari delle Associazioni Combattentistiche della Repubblica Sociale Italiana, e sarà riconosciuta pari dignità ai morti  creando un unico grande Cimitero dei Caduti, come in Spagna, e sopratutto pari dignità  a TUTTI i superstiti della guerra civile.

FABIO UCCELLI -f.uccelli@ing.unipi.it
                                                                                                                                                                                      

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